La Galleria Moitre partecipa a Setup Art Fair, con gli artisti Eracle Dartizio, Spazienne, Lavinia Raccanello

 Progetto curatoriale 

Utopie 2015

 

Nicola Abbagnano, nel suo dizionario di filosofia, definiva l’utopia come “una correzione o un’integrazione ideale di una situazione politica o sociale o religiosa esistente”, che poteva manifestarsi in due modi: o come via di fuga dalla realtà presente, o come “forza di trasformazione della realtà in atto”, dotata di “abbastanza corpo e consistenza per trasformarsi in autentica volontà innovatrice”.

Quando il concetto di utopia si manifesta in campo artistico, si rapporta con la questione della possibilità effettiva dell’arte di intervenire e interagire con la realtà circostante e attuale. Per questo ogni utopia è strettamente legata alla contingenza dell’epoca in cui si manifesta.

 

Su questi temi si sviluppa la ricerca di Lavinia Raccanello (Vicenza, 1985), l’artista under 35 che la Galleria Moitre presenta per il Premio SetUp 2015. I suoi lavori sono infatti costituiti da sculture e installazioni generate dall’analisi delle questioni sociali e politiche che caratterizzano l’attualità e la storia delle realtà che si trova ad indagare, sia in Italia che all’estero. In particolare, negli ultimi due progetti, ha riflettuto sulla questione della contestazione nucleare e dei conflitti civili in Scozia (una delle opere in questione si intitolava appunto Utopia), e la violazione dei diritti umani in Messico che hanno portato alla sparizione di quarantatre studenti (#FUEELESTADO, esposto in dicembre alla Flux Factory di New York). In entrambi i casi il mondo reale è mostrato nella sua complessità e messo a confronto con l’aspettativa per la realizzazione di un’utopia che muove scelte di vita anche radicali.

A Lavinia Raccanello sarà affiancato il manifesto d’intenti denominato Spazienne, nato nel 2013 e formato da cinque artisti: Nicolò Colciago, Stefano Comensoli, Giulia Fumagalli, Alberto Bettinetti e Federica Clerici. Il progetto collettivo è impegnato da circa due anni nella costruzione di possibilità artistiche che prendono forza dal volontà di proporre un numero di luoghi, realtà, possibilità indefinite, rappresentate in un numero N di spazi che possono essere non solo intercambiabili ma anche basi per la costruzione di un mondo “altro”, non per forza uno spazio fisico esistente. Da queste basi è partito il progetto che ha visto nell’ultima esposizione, dal titolo Enneutopie, la concretizzazione materiale del concetto di “un orizzonte irraggiungibile ma auspicabile. Un’apertura ad altro da sé“.  Un concetto di un’utopia a cui tendere.

L’altro artista presentato, Eracle Dartizio (Vaprio d’Adda, 1989), si avvicina invece all’utopia da un punto di vista non direttamente sociale, ma da quello del vissuto personale, slegato dall’urgenza di interconnessione con il prossimo. L’artista conduce infatti una ricerca che dalla parola porta alla scrittura e poi alla trasformazione in segno grafico e in forma tridimensionale, nel tentativo di dare contorni a ciò che non pare averne, di tracciare l’indefinibile, realizzare l’irrealizzabile.

Progetto a cura di Viola Invernizzi